Filastrocca della cittadinanza


Ci sono dei giorni in cui ricordi
le parole spietate di quella persona
che invece di farti bei complimenti
ti rivolgeva ogni offesa di sorta.

Usava la tecnica dello spronare
convinta forse che la sofferenza
fosse una forte ed eterna credenza
utile a farti salpare nel mare.

Con questo metodo di educazione
hai imparato che è solo il dolore
a fissarti nel senno qualche nozione
scritta col sangue e con il sudore.

E così hai lasciato la fanciullezza
nella convinzione che la fantasia
sia uno spreco di energia
che toglie cemento alla concretezza.

Ti crogioli nella convinzione
che una singola equazione
risolva ogni fondamentale,
ignorando in questo modo
che ogni angolo del mondo
ha una misura plurale.

Se non capisci che il diverso
fa parte del tuo universo
non vedrai mai la lezione
che porta nel proprio grembo
una luminosa eccezione
che corona il sistema sghembo.

Ed è così che ti piacerebbe
che ogni Patria fosse sola
isolata, unica, autoritaria
severa, muscolare, scollegata.

Ma è qui che sbagli, cervello autarca
perché non vedi che sono patrie,
non una sola ma sempre tante,
confondi l'oceano con la barca.

Sei tu che fai un torto all'Italia
se la pensi e la immagini un blocco
attenta ad un marziale tocco,
marciando al suon di ferraglia.

La penisola è già cambiata
e vive nella diversità
che non ti toglie ma ti dà
un senso di libertà.

L'alba nuova non è dorata
è aurora boreale, arcobaleno
le luci cangianti della rugiada
illuminata da un ciel sereno.

Una persona è cittadina
dei luoghi che ama e in cui costruisce
un futuro di pace e di armonia
senza quel tipo di nostalgia
che lungi dal tempo, distrugge e ferisce.

@Lotarsan

Immagine @blancafrida