Lo scontrino

un romanzo non comprato in libreria

 

Entra di corsa dopo aver bussato alla porta con forza, senza aspettare alcuna risposta.

- Mi è successa una cosa tremenda, non puoi capire. Cosa stai facendo? Sei sempre al computer.

Incalzato dalla domanda tolgo gli occhi dallo schermo e mi giro il più lentamente che posso.

- Niente, buongiorno a te. Tutto bene?

- Nooo!

- Immaginavo. Allora?

- Allora niente, che la gente non sa lavorare. Sono dei deficienti, ecco cosa sono. Sono andata in libreria.

- E...?

- Avevo da prendere questi due libri, che non sono neanche per me. Devo fare dei regali. Accidenti alle loro corna!

Visto che me li porge, li prendo e li guardo con attenzione -tanto non avevo voglia di lavorare-. Due romanzi, uno anche bello secondo me, almeno credo, perché conosco l’autore e mi piace.

- Erano troppo cari? Hai sforato il tuo budget?

- No, non è questo, è che ho pagato con la carta di credito.

- Non avevi abbastanza soldi e hai fatto una figuraccia?

- No, fammi finire. Li ho pagati, erano anche a sconto.

- Bene no?

- Bene un accidente! Guarda questo scontrino.

Mi vedo arrivare lo scontrino davanti agli occhi e non riesco a leggere nulla, anzi, non leggo nulla perché mi sembra, per l’appunto, un normale scontrino.

- Cosa c’è che non va? 

- Leggi. 

- Vediamo: libreria cosa, strada quella lì, ora tot. Non capisco.

- Come! Guarda cosa c’è scritto.

- C’è il titolo di un libro.

- Bravo.

- ???

- E io ne ho presi due.

Casco dal pero.

- Cavolo, brava! Come hai fatto? Non è suonato l’allarme? Te ne approfitti perché la gente ti guarda e si fida.

- Ma cosa stai dicendo! Che sono anziana?

- Dico che ispiri fiducia. Ma guarda te che furbacchiona, ragazzi, non è mai tardi per una seconda adolescenza.

- Magari l’avessi preso, il fatto è che l’ho pagato.

- Fammi capire, mi son perso. Tu hai preso due libri.

- Sì.

- In libreria.

- Sì.

- E li hai pagati.

- Sì, ma quella deficiente della cassa si è sbagliata.

- Ho capito, ti ha fatto pagare di più, ora devi tornare a chiedere i soldi indietro e questo ti mette in imbarazzo.

- Ma non leggi? Ha battuto solo un libro.

- Nooooo, quindi uno l’hai preso gratis? Ganzo!

- Ora penseranno che l’ho rubato.

- Chi?

- Quelli della libreria. Adesso devo tornare da loro a rendere i soldi per colpa di quella lì che non sa fare il suo lavoro. Ho da fare io, non posso stare a perdere tutta la mattina per andare da loro. Oh!

- Hai ragione, non ci andare.

- Come? E i soldi?

- E i soldi cosa?

- Se non sistemo questa cosa come faccio a tornare in libreria? Io ci vado spesso sai.

- Ma basta che tu non dica niente. Non sei obbligata a dire “ciao, sono quella che vi ha fregato un libro”. Non si fa così. L’hai preso e ora te lo tieni.

- Ma così non lo voglio! E poi non è colpa mia, è stata quella. Ora mi fanno bestemmiare. È stata quella lì, che invece di lavorare parlava con il suo collega.

- Ho capito. Ora cosa vorresti fare?

- Vado lì, perdo tutta la mattina, non faccio le mie cose e vado a dare i soldi che mancano.

- Non ci credo.

- Cosa non ci credi?

- Vai in libreria, prendi due libri a sconto, quindi già costavano meno, vai a pagare, la cassiera sbaglia e batte il prezzo di un solo libro nello scontrino, tu esci tutta pulita, non è suonato neanche l’allarme… e ora vuoi tornare a rendere i soldi?

- Sì.

- Ma pensi che li mandi in rovina? Per un libro? Con quello che costano poi! Non lo fare, io non te lo permetterò, anzi, tu non esci da quella porta con quei libri. Sei pazza.

- Ma poi non potrò ritornarci mai più.

- Mi dici come ti sei fatta venire in mente quest’idea così peregrina? Che vuol dire “non potrò ritornarci mai più”? Hai paura che ti riconoscano?

- È che ho pagato con la carta di credito.

- EEEE...?

- E poi vedono che con la stessa carta mancavano soldi.

Non rispondo.

- Poi ci sono tutti i miei dati in quella carta, anche l’indirizzo di casa.

Non rispondo neanche stavolta.

- Mi vengono a cercare, mi chiamano al telefono.

Comincio a sbuffare.

- Dici che non se ne accorgono? Tu dici?

Inspiro profondamente tre volte prima di rispondere, anzi, aspetto a inspirare per la quarta volta così il tono di voce non mi si alza.

- No. Guarda che non se ne accorgono. La cassiera ha battuto un libro, tu hai pagato per un libro. Se non è suonato l’allarme quando sei uscita, tu rimani semplicemente una signora che è uscita con un libro dopo averlo pagato. Punto. Hanno sbagliato loro e quando si accorgeranno che UN libro non è stato pagato, penso che non moriranno di crepacuore, anche perché non possono sapere chi l’ha preso o a chi l’hanno dato.

- Davvero?

- Davvero. Guarda che se avessi voluto farlo apposta non sarebbe venuto così. È perfetto, non se ne accorgerà nessuno e tu puoi dormire in pace. In più non-è-stata-colpa-tua. Va bene?

- Allora ci ritorno.

- Ma come, scusa.

- Se con la carta di credito sbagliano così facilmente allora vado e prendo altri libri che mi mancavano, anche quelli erano a sconto, non si sa mai sbagliassero di nuovo.

- Non ci credo.

- Vado, vado, ciao.

La vedo uscire tutta salterellante con i libri in mano, mi sembra addirittura di sentirla cantare prima di chiudere la porta con delicatezza. Non ci credo, giuro che non ci credo.